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ANDEL risponde a Fadda (INAPP) che propone il Disability Manager: “Bene, ma non basta!”

 ANDEL risponde a Fadda (INAPP) che propone il Disability Manager: “Bene, ma non basta!”

“L’emergenza Covid-19 ha messo alla prova i servizi socio-sanitari rivelando anche capacità di resilienza, ma rafforzando la necessità di sviluppare nuove tecnologie come la tele-medicina, la tele-riabilitazione, il tele-consulto ed i sistemi elettronici di comunicazione”. Ad affermarlo è Sebastiano Fadda, presidente dell’Inapp commentando lo studio dell’Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche diffuso oggi. I risultati dello studio, sottolinea, “confermano le evidenze scientifiche internazionali, secondo cui l’innovazione tecnologica e la ricerca multidisciplinare medico sociale rappresentano una delle chiavi fondamentali per rendere sostenibile il sistema socio-sanitario. La tele-medicina, e gli sviluppi delle applicazioni dell’utilizzo del Big Data e dell’Intelligenza Artificiale insieme a nuovi approcci di ricerca multi-disciplinare, permetteranno di progettare modelli innovativi di Health Policies, incoraggiando nuovi percorsi organizzativi socio-assistenziali. Per questo andrebbe introdotta in tutte le organizzazioni la figura del disability manager, un professionista che svolga la funzione di supervisione (in ogni àmbito: accessibilità, mobilità, politiche sociali, scuola, lavoro) del rispetto dei diritti e della soddisfazione dei bisogni delle persone con disabilità. A riguardo l’Inapp sta lavorando alla messa a punto di un modello di professionalità organico e multidimensionale per tale figura professionale”. Nel nostro Paese, rileva, “sono 189.000 le persone sordocieche, pari allo 0,3% della popolazione, con un significativo incremento dell’88% tra coloro che hanno più di 65 anni – ricordano i ricercatori Inapp – Il 31,2% di loro vive nelle regioni del Nord, il 21,4% nel centro, 30,6% del sud e il 16,8% nelle isole. Le persone sordocieche utilizzano prevalentemente il tatto per comunicare e conoscere l’ambiente circostante e in un momento in cui, a causa della pandemia, la raccomandazione è ancora quella di mantenere la distanza di sicurezza, questo rappresenta per loro e le loro famiglie un ulteriore, enorme, ostacolo”.

IL COMUNICATO DI RISPOSTA DI ANDEL:

“La gestione delle disabilità in azienda è importante, ma un vuoto ancora più urgente da colmare è fuori dalle aziende.
Sono necessarie nuove figure professionali che accompagnino la persona disabile verso il lavoro: migliaia di “mediatori della disabilità-lavoro” negli uffici per l’impiego, nelle scuole, nelle imprese private di somministrazione e nelle agenzie del lavoro, pubbliche, private o del Terzo Settore. È l’assenza di queste professionalità a rendere inefficace e non attuata oggi la legislazione sul collocamento mirato. ANDEL ha rivolto più volte ai Ministri Stefani e Orlando le sue proposte sulla formazione proprio dei “mediatori della disabilità-lavoro”, esperti di disabilità e di mercato del lavoro che accompagnino la persona disabile dalla condizione di inoccupazione o disoccupazione a quella di inserimento pieno nel mondo lavorativo”.

 

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