Ancora una (implicita) ammissione di fonte ufficiale del fallimento delle politiche di inclusione lavorativa delle persone disabili. Occorre una forte iniziativa del Governo per uscire da uno stallo che dura ormai da troppi anni e che ci vede in grave ritardo sulla via della costruzione di una società davvero inclusiva e non discriminatoria
ANDEL ha fatto una prima lettura del documento elaborato dal Ministero del Lavoro e da INAPP.
Il quadro che emerge è quello sconfortante che conosciamo bene. Torneremo su questo tema ma, intanto, sottolineiamo che:
1. Il sistema è in grave ritardo sulla raccolta dei dati (sei anni e mezzo per varare il decreto attuativo sulla banca dati!).
2. Non funziona in alcun modo il sistema sanzionatorio per le imprese e le PPAA che non assolvono agli obblighi di legge (i dati sconfortanti a pag. 57 della Relazione).
3. Dati irrisori (e in calo) sugli incentivi fiscali alle imprese che assumono.
4. Non si riducono le differenze territoriali ma, rispetto agli anni passati addirittura aumentano. Bastino i dati sugli avviamenti al lavoro realizzati o sugli incentivi fiscali assegnati.
5. Moltissime norme sono inevase: basti pensare ai “Patti di servizio personalizzato”, previsti dalla legge, che vengono stipulati praticamente solo nel Nord Est, mentre nel resto del Paese si continua come se la norma non fosse stata emanata.
IN CONCLUSIONE:
1. Le famiglie, senza disfattismi ma con realismo, devono essere consapevoli di questa realtà.
2. la legge 68/99 deve essere riformata perché non sta funzionando.
3. Il Governo nazionale e quelli regionali devono assumere una iniziativa su questa emergenza sociale.
4. ANDEL, con spirito costruttivo non si sottrae ad ogni iniziativa che vada in questa direzione.