Secondo Anpal, ‘al 30 giugno 2021 i percettori di reddito di cittadinanza tenuti alla sottoscrizione del patto per il lavoro sono 1.150.152. Di questi, solo il 34,1% ha sottoscritto con il centro per l’impiego un patto per il lavoro o dispone di un patto di servizio in corso di validità’. Il ministro del Lavoro Orlando e Anpal sono chiamati, dunque, non solo a riformare il reddito di cittadinanza, uno strumento che in termini di occupazione ha fallito i suoi obiettivi, ma soprattutto a disegnare una politica attiva per il lavoro, che in Italia è sempre mancata.
Grazie al PNRR, oggi i fondi ci sono, più di 8,3 miliardi. Sembra esserci anche la volontà del ministro Orlando e del Commissario straordinario Anpal, Tangorra. Ma ci sono anche seri ostacoli. Fra questi: lo spezzettamento in 20 sistemi diversi, frutto di un regionalismo improvvisato e inopportuno che serve solo a occultare le responsabilità e la mancanza delle competenze professionali necessarie a promuovere l’incontro fra domanda e offerta.
Ma c’è anche un terzo grave ostacolo da rimuovere urgentemente: la scomparsa dai radar della politica di un milione di persone disabili in cerca di lavoro. La legge 68/99 che obbliga i datori di lavoro alla assunzione di quote di persone disabili è largamente evasa o elusa. La Pubblica Amministrazione è priva di personale con le competenze necessarie ad accompagnare questi potenziali lavoratori nel mercato del lavoro. I grandi piani di rilancio dell’occupazione si dimenticano sistematicamente di loro. Andel, dunque, fa appello al Ministro Orlando e al Commissario Tangorra affinché il PNRR, il Programma GOL (Garanzia Occupabilità dei Lavoratori) e la prossima Legge di Bilancio segnino finalmente un punto di svolta.