Comunicato di ANDEL
Con l’art. 34 del nuovo “Decreto sostegni” (DL 41/2021): viene istituito – presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri – un nuovo “Fondo per l’inclusione delle persone con disabilità”. Inoltre, viene rifinanziato – per il 2021 – lo stanziamento già disposto per il 2020 a favore della accessibilità dei mezzi pubblici da parte delle persone a mobilità ridotta.
Occorre dare atto al Governo (e al neo-Ministro Erika Stefani) di aver mandato questo importante segnale: il tema dell’accessibilità dei mezzi di trasporto è urgente. Allo stesso tempo, un nuovo Fondo di 100 milioni non è poca cosa!
Ma soffermiamoci sul Fondo: secondo il sito del Ministro per le disabilità, le risorse saranno dedicate a “progetti concreti per migliorare, semplificare la vita e garantire i diritti di queste persone, di ogni età”.
Bene! Ma ancora troppo generica la definizione delle finalità del Fondo.
Il Parlamento – nell’esame del Decreto Legge – indichi le priorità a cui destinare le nuove risorse. E nel farlo consideri attentamente che norme troppo generiche favoriscono la dispersione delle risorse in mille “progetti” su cui vi è poi una bassissima capacità di controllo da parte di chi eroga le risorse.
Il suggerimento di ANDEL: in primo luogo si specifichi – con un emendamento – che le risorse del Fondo sono destinate all’inclusione lavorativa delle persone disabili, vera emergenza nazionale (soprattutto a seguito della pandemia). E – in secondo luogo – si specifichi che questa finalità va perseguita attraverso il finanziamento di “percorsi individuali di accompagnamento al lavoro”: unica modalità efficace per fare in modo che le persone disabili arrivino davvero al posto di lavoro e che il peso di inserimenti fatti male non si scarichi sulla produttività delle aziende.
Solo i percorsi individuali di accompagnamento – realizzati in partnership fra uffici di collocamento mirato e Terzo Settore – portano la persona giusta nel posto di lavoro adatto, senza gravare impropriamente sulle imprese e sugli enti pubblici soggetti agli obblighi della legge 68/99.
L’esperienza dimostra che le stesse imprese accolgono con soddisfazione le persone disabili in azienda, quando il collocamento è davvero mirato. E’ un segno di grande arretratezza che l’Italia non riesca ancora a organizzare delle vere politiche attive per il lavoro delle persone disabili. Il nuovo Fondo può essere l’occasione per farlo.